Dalla letteratura al cinema: "La meccanica del cuore"

Pubblicato il da vocelibera2011

Mathias Malzieu, La meccanica del cuore, Jack, Miss Acacia, Joe, amore, Madeleine

Un bambino fragile, cresciuto da una madre ferita, non potrà amare.

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Arrivo un po' in ritardo, rispetto alla pubblicazione e al successo del romanzo, a recensire La meccanica del cuore (2007) del musicista, cantante e scrittore francese Mathias Malzieu (Montpellier, 1974). Da tempo incuriosita dai giudizi lusinghieri e conquistata dalla copertina naïf, ma come sempre anche diffidente di fronte ai, seppur piccoli, "fenomeni" letterari, mi sono ritrovata tra le mani un libro in parte diverso da quello che mi ero figurata e che mi ha lasciata perplessa sotto alcuni aspetti. L'idea di partenza è veramente originale e l'atmosfera di fiaba rende teneri e suggestivi molti passaggi del racconto, ma non tutte le buone premesse giungono a compimento.

È il 16 aprile 1874 ma a Edimburgo qualcuno dice che è il giorno più freddo del mondo. Una donna incinta, a fatica, tra la neve, sale la collina sulla cima della quale sorge la casa della "strega" Madeleine, una donna che viene in aiuto dei disperati e dei derelitti con metodi assolutamente stravaganti. Nasce il piccolo Jack, che però ha il cuore ghiacciato e rischia di morire: Madeleine collega allora al suo cuoricino un orologio a cucù, e gli salva la vita. Il bambino, abbandonato dalla madre e respinto da tutte le potenziali famiglie adottive a causa del suo cuore ticchettante, cresce con la "strega", che lo ama come un figlio e cerca di tenerlo lontano da ogni pericolo impedendogli di lasciare la casa. Ma il bambino è curioso del mondo ai piedi della collina e ottiene infine il permesso di visitarlo in occasione del suo decimo compleanno. Durante questa passeggiata conosce Miss Acacia, una giovanissima cantante di strada che conquista il suo cuore e che diventerà la ragione della sua vita. Madeleine ha avvertito il piccolo Jack che il suo cuore a cucù non può reggere le emozioni, e soprattutto le sofferenze, dell'amore, ma il sentimento prende il sopravvento.

Il romanzo segue in particolare gli otto anni in cui il timido e romantico Jack e la bizzosa e orgogliosa Miss Acacia si incontrano, si perdono, si rincorrono, mentre intorno a loro si muovono tanti altri personaggi curiosi da corte dei miracoli. La fiaba non ha un lieto fine e si rivela un racconto destinato ad un pubblico adulto, che viene messo di fronte alla devastazione provocata dall'amore iperprotettivo e in fin dei conti egoista di una madre. In questo senso il romanzo propone un tema molto delicato e difficile che io, come madre single, ho avvertito molto vicino. Avendo però un figlio di 10 anni, e conoscendo piuttosto bene gli adolescenti grazie al mio lavoro di insegnante, avrei innalzato l'età dei due piccoli protagonisti: benché si tratti di una fiaba, trovo che siano stati comunque attribuiti sentimenti, passioni e comportamenti ai due ragazzini che stridono decisamente con la loro età.

Nel 2013, con la collaborazione dello stesso Malzieu, il regista francese Stéphane Berla (Lione, 1975) ha realizzato un lungometraggio a cartoni animati che si ispira al romanzo e porta il titolo Jack et la mécanique du coeur. Il film non è stato doppiato in italiano, ma si riesce a reperirlo in streaming con i sottotitoli nella nostra lingua.

La trasposizione cinematografica è piacevole e tralascia alcuni dettagli a mio parere di dubbio gusto presenti nel libro (come il linguaggio delle due prostitute amiche di Jack); ma vengono trascurati anche molti risvolti importanti del testo, facendo perdere vigore e significato alla storia. La conclusione inoltre è proposta in forma completamente diversa, tanto che il senso più profondo del libro va smarrito.

Il film si presenta in effetti come prodotto per l'infanzia, e come tale funziona; il romanzo invece possiamo senz'altro definirlo una dura, perfino crudele, fiaba per adulti.

 

«Se passi la vita cercando di non romperti niente, ti annoierai tantissimo, credimi...»

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