Un morboso Edipo giapponese: "Kafka sulla spiaggia" di Murakami Haruki

Pubblicato il da vocelibera2011

http://www.ikiya.it/wp-content/uploads/2011/11/978880619967GRA.jpgMurakami Haruki è uno scrittore, saggista e traduttore giapponese contemporaneo (Kyoto, 1949) che sta riscuotendo discreto successo anche in Occidente. Kafka sulla spiaggia (海辺のカフカ) è un suo romanzo del 2002.

 

Nel libro si intrecciano due filoni narrativi principali. Il primo ha per protagonista Tamura Kafka (ma Kafka non è il vero nome), un ragazzo di 15 anni introverso e amante dei libri e del silenzio; il secondo invece ruota attorno alle vicende di Nakata Satoru, un vecchio svampito reduce da un incidente al tempo della seconda guerra mondiale. I due non si conoscono, pur vivendo non distanti l’uno dall’altro, eppure qualcosa li legherà indissolubilmente tra eventi misteriosi, magici e terrificanti, in un continuo oscillare tra passato e presente.

 

Il romanzo si estende per circa 500 pagine e finisce con l’incuriosire il lettore, che si domanda quale potrà mai essere la maledizione che grava sul giovane Kafka o quale sia la meta dei viaggi di Nakata.

A situazioni realistiche si intrecciano eventi arcani e prodigiosi che spesso restano inspiegati anche per chi legge e alcuni di essi conferiscono indubbiamente una certa suggestione alla narrazione (altri appaiono francamente eccessivi e di dubbio gusto).

La storia si lascia leggere piacevolmente per un’ampia parte: conosciamo così le insicurezze e i turbamenti adolescenziali di Kafka, che come tutti i giovani va scoprendo la propria identità e rivendica la libertà di essere artefice del proprio futuro; e contemporaneamente seguiamo le avventure surreali del vecchio, tenero Nakata, a cui tocca un compito difficile ma vitale che lui stesso in realtà non può comprendere fino in fondo.http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/75/HarukiMurakami.png/250px-HarukiMurakami.png

 

Infine, però, si resta sconcertati e infastiditi.

Indubbiamente l’immaginario orientale è diverso dal nostro, e questo potrebbe spiegare il disorientamento del lettore che appartiene ad un’altra cultura (sebbene, va detto anche questo, l’autore abbia attinto a piene mani all’arte e alla letteratura occidentali, a cominciare dal nome del protagonista giovane, per continuare con i tanti rimandi, da Sofocle a Tolstoj passando per Beethoven e Haydn e mille altri).

Disturba però irrimediabilmente il ripetuto riferimento a rapporti sessuali incestuosi, descritti con una ricchezza di particolari che suona morbosa. L'incesto (per lo più alluso, ma sempre in maniera inequivocabile) è un tema che si riscontra anche in altri autori giapponesi e pure in tanti manga e anime, in genere non accompagnato da riprovazione morale; perciò si è portati a pensare che l’approccio giapponese a questi argomenti sia diverso dal nostro.

Ma Edipo ci ha insegnato l’orrore dell’incesto, ed è un tabù che si vorrebbe universale.

 

 

«Ho costruito intorno a me (sono i pensieri di Kafka, n.d.r.) un muro altissimo, che non permetto a nessuno di valicare, e io stesso sto bene attento a non uscirne mai»

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